“MAGIK BUSS”

Un luogo itinerante pieno di energie nuove!

icona wordpress Magik Buss

Il progetto MAGIK BUSS prende nome da un famoso romanzo e da un altrettanto famoso film “Into the wild” scritto da Jon Krakauer e diretto da Sean Penn dove la vita del protagonista termina proprio sul Magic Bus. La vicenda tratta da una storia vera, racconta la vita di un ragazzo alla ricerca della piena libertà, in solitudine, fino a quando poco prima di morire scrive una frase che dà il senso a tutto il libro e film e il senso al nostro progetto: “la felicità è reale solo se condivisa”.

In questo momento storico che si carica sulle spalle le difficoltà di una pandemia che ci ha prima chiuso fisicamente in casa e poi in bolle invisibili, creando solitudini e silenzi difficilmente percepibili e quello che molti definiscono il tempo dei NON LUOGHI.

I ragazzi non si riconoscono più in quelli che solo dieci anni fa venivano individuati come luoghi di aggregazione, provate a guardare le panchine nei parchi, i bar, i pochi campetti liberi rimasti, le piazzette o semplicemente le scalinate di una chiesa; non vedrete più i gruppi di ragazzi che si ritrovavano in quel luogo, i social sono oggi il tramite più frequente con cui ci si incontra e solo quando necessario si opta per vedersi nel “fisico”.

Questo è non solo l’esito della pandemia o dell’amplificazione dei social, ma anche il risultato di città e  paesi che pian piano hanno chiuso le porte ai ragazzi, togliendo loro non solo gli spazi, sempre meno numerosi e poco accoglienti verso i giovani, ma anche e soprattutto sono venute a mancare le relazioni con i pari e con figure adulte credibili e pronte all’incontro e al dialogo.

Le espressioni più forti di questa situazione sono: i gruppi invisibili che usano la città come valvola di sfogo, quelli erroneamente definiti “baby gang”, e il silenzio della solitudine dei ragazzi che si sono chiusi nelle loro case diventate ormai prigioni senza sbarre. Qui si annidano depressione, forme di disagio e di isolamento sociale. 

Per contrastare queste problematiche gli obiettivi del progetto sono:

  1. dare una valvola espressiva e un’opportunità di dialogo con la città a tutti quei giovani che vedono nella violenza e negli atti vandalici l’unico modo per dichiarare il proprio disagio;
  2. rendere centro di aggregazione un luogo fisico “mobile” per andare a scovare sia chi si sta chiudendo nelle proprie solitudini sia chi vive nelle zone periferiche di paesi e città.

Il progetto nasce come un contenitore vuoto mobile, anche se al suo interno ha varie strumentazioni che possono essere usate per attività differenti, e quindi non ha una impostazione fissa ma è proprio nell’incontro con i ragazzi che si andrà a creare il progetto. Il coinvolgimento è quindi totale a partire da una prima fase di ascolto dei bisogni dei ragazzi, dei loro desideri, delle loro preoccupazioni e paure per arrivare a scegliere insieme come comunicarli alla città in modo costruttivo.

Gli educatori del MAGIK BUSS sono un enzima, un acceleratore di quella che è la volontà espressiva dei ragazzi che siamo sicuri porterà buoni frutti che verranno colti dagli adulti e dalla città come gancio per aprire un confronto.

Il progetto si articolerà in diverse fasi:

  1. la preparazione del Magik Buss che avrà bisogno di essere attrezzato con arredi rimovibili per poter allestire:
  • Mix Buss: un mini studio di registrazione che attraverso gli strumenti adatti servirà a usare la musica come strumento comunicativo.
  • Biblio Buss: una biblioteca dove i ragazzi potranno noleggiare libri e magari condividere e scambiare idee per poi arrivare a scrivere anche cose proprie.
  • Cine Buss: una mini sala proiezione per vedere video oppure registrarne e montarli.
  • Moda Buss: un atelier dove l’arte, la grafica la moda la faranno da padroni dando ampio spazio alla creatività.
  • Gioco Buss: una ludoteca ambulante che porterà in giro giochi di società o giochi da fare all’aperto.
  1. Una volta ultimata la modifica del Magik Buss si inizierà a girare con il pulmino coinvolgendo alcuni ragazzi che già frequentano i nostri centri di aggregazione giovanile, per un primo contatto con le compagnie del territorio e la mappatura delle aree che si potrebbero utilizzare.
  2. Dopo la prima fase di aggancio, si passerà alla fase di ascolto, conoscenza e mappatura degli interessi, dei bisogni, delle cose che hanno da dire i ragazzi. 
  3. Si passerà poi alla co-progettazione. Se la fase precedente avrà piantato buoni semi, qui ne vedremo i frutti, insieme e in modo informale si programmeranno le azioni in base alle possibili trasformazioni del Buss.
  4. A questo punto i progetti dovranno iniziare a muoversi sulle proprie gambe, gli strumenti scelti dovranno servire a comunicare alla città uno o più messaggi che stanno a cuore ai ragazzi con l’intento di aprire un dialogo su alcuni temi.
  5. Ultima fase del progetto sarà la comunicazione alla città! Con i ragazzi verranno ideati uno o più eventi con una forte eco per spalancare quelle porte che a volte separano le nuove generazioni e l’amministrazione dai cittadini.